Monday 31 January 2011



"All the cops in the donut shop say
Ay oh whey oh, ay oh whey oh
Walk like an Egyptian
 Walk like an Egyptian"


Sunday 30 January 2011


Cari amici golosi, bentornati nella rubrica che, come un vescovo col suo chierichetto, Cristina Parodi vorrebbe avere tutta per se: In Cucina con IdiosincrasiAlterata.

Presentiamo oggi una ricetta che ha dato tanta soddisfazione a Zio Cleto durante il suo ultimo bar mitzvah: La Parmigiana Imperdonabile.

Prendete quattro belle melanzane panciute e riempitele di complimenti. Una volta che saranno gratificate, tradite la loro fiducia affettandole ben bene e friggetele in olio bollente con la crudeltà di cui solo la mascella dell’avvocato Galoppa sarebbe capace.Nel frattempo, col sudore della vostra fronte, avrete già provveduto a preparare un bel sughetto gustoso (nel senso che dovete proprio metterci il vostro sudore dentro, per dare quel tipico sapore di uomo dopo sei ore di palestra che piace tanto alle donne obese). Ora, dopo esservi procurati una teglia spaziosa, procedete con fare gli strati: prima il sugo, poi le melanzane crudelmente fritte, poi una bella fettona di prosciutto di yak, una spolverata di parmigiano di montone, caramelle mou, asparagi, acqua ossigenata, uno spruzzo di red bull e un’oliva. E poi ripetete il procedimento fin quando la teglia non sarà ricolma. Cuocete il tutto per 7 giorni e 7 notti presso la fornace del Monte Fato. Una volta che La Parmigiana Imperdonabile sarà pronta tagliatela in venti parti uguali, dandone 3 ai re degli elfi, 7 ai principi dei nani, 9 agli uomini mortali, e un pezzo tenetelo per voi come vostro tesoro. Buon Appetito!

Saturday 29 January 2011

quando ormai sembravano non esserci più speranze
quando ormai si temeva per la sorte dell'autore
quando ormai non gliene importava più una pippa a nessuno
ecco che ritorna

L'Egoista

nel secondo episodio dell' epica

"Internet is for Porn!"


il nonno dice sempre la verità!

NOVITA'

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Friday 28 January 2011


Quando Gianarmandoantoniomaria Chinotti ha appreso della nostra intenzione di tirare in piedi un nuovo settimanale squarcio di ade non ha potuto esimersi dal mandarci questo affresco di deliziosa quotidianità, che lo ritrae insieme al suo gatto Luciano in un momento in cui lo stesso felino gli fa timidamente notare un lievissimo errore di valutazione.
Il buon Gianarmandoantoniomaria, che deve il suo nome a tutti e quattro i suoi nonni ed il suo cognome ad un antico servigio reso settimanalmente dalla madre alle guardie svizzere del Vaticano, risponde all'osservazione felina con un laconico ma intenso sguardo, qui immortalato dal sempre elegante pittore Matildo.

Precisato questo, tosto passiamo al podio de "Lo Stronzo della Settimana", per scoprire chi è riuscito a guadagnare il primo posto e ad aggiudicarsi l'ambita riproduzione semifedele di un tapiro in puro sterco di cavallo.
Al terzo posto il sempreverde Muhammad Ciro Augusto Yunus, economista bengalese di nascita e allevatore ciociaro di scimmie marine combattenti d'adozione, colpevole di aver prodotto il gustosissimo yogurt "Shakti doi" (liberamente tradotto "Sciacquati ddo"), che provocherebbe crisi mistiche indù e attacchi spastici di squacquerante allegria retroprodotta. Secca la risposta di Muhammad Ciro Augusto: "cosa volete che sia un po' di diarrea?"
Al secondo posto un parimerito assegnato col cuore alla ex coppia omosessuale più in dello showbiz Lele Sempreculo Mora - Fabrizio Cor(o)na. Il primo per aver lanciato nel mercato una nuova carta di credito color oro, addirittura griffata con le sue iniziali (LM - La Merda ndt) e a suo dire "rivolta a coloro che amano la bellezza, l’eleganza, a coloro che ne fanno uno stile di vita", cosa che però non è bastata a Visa Europa per autorizzarne l'immissione sul mercato ma che, insieme alle mille marachelle del buon panzone, è servita solo a velocizzarne il ritiro e il blocco. Al Coroncino un secondo posto d'affetto per essersi presentato nei salotti di Alfonso Cantalupi Signorini con cotanta mamma al seguito per declamare, come un pargolo con la poesiola a Natale, i suoi sentimenti, dei quali, ben inteso, a nessuno frega un pene asinino. Dieci euro comunque sotto il piattino per l'impegno.
Al primo posto, indiscusso trionfatore della settimana e anello mancante tra l'homo ictus e l'homosex, il nipponico macaco Lucky. Lucky il macaco furioso, com'è stato battezzato dai media, dopo aver eluso la sorveglianza dello zoo giapponese dov'era rinchiuso, colpevole di aver aggredito solo 100 persone per una scommessa col gorilla Adalberto, è evaso e ha ripreso a seminare il panico in giro. Ora pare che si aggiri nei dintorni della prefettura di Shizuoka passando in rassegna tutti i postriboli della zona. Se volete passare a fargli un saluto o a farvi sfarinare di nocchini anche voi, potete trovarlo tutte le sere al bar di Kim Hoishu Annicchiarico (detto Il Casarduoglio) dalle 18 in poi per l'aperitivo.
Alla prossima settimana!

Wednesday 26 January 2011


Non volevamo crederci, noi per primi.
Va da sé che ci hanno pagato profumatamente per tenere la notizia per noi, per non divulgarla, in modo da non diffondere il panico tra i nostri lettori, ma davvero non possiamo tacere, stavolta non possiamo reclinare il capo e obbedire.
Ci avevano preso in giro, quando eravamo stati sorpresi a studiare, tutti diligenti, libri come questo, sottolineandone con l'evidenziatore i passaggi fondamentali, preparandoci con una meticolosità mai avuta per un esame universitario; ridevano, “siete fuori di testa”, dicevano.
Ma avevamo ragione noi.
La notizia di cronaca più assurdamente tragica di ieri è stata abilmente camuffata da tentativo di ricatto, o chissà cos'altro.
Ma la verità ci è stata svelata: Mike Bongiorno is back from the dead.
A nulla valgono le dichiarazioni indignate dei suoi colleghi, che gridano all'indecenza e alla bassezza umana, la verità è che anni e anni di radiazioni televisive hanno finalmente portato al diffondersi incontrollato di quel virus che consente alla carne morta di tornare alla vita, e sono proprio i nostri beniamini catodici i più colpiti dall'epidemia, per forza di cose.
Fossi in voi nei prossimi mesi terrei d'occhio i feretri di Sandra & Raimondo, di Corrado, di Enzo Tortora, di Gigi Sabani: da vivi come da morti, è il nostro cervello che bramano.
À la prochaine,
E.

Tuesday 25 January 2011


 
"You don't know how lucky you are, boys
Back in the USSR"

Monday 24 January 2011


Shit happens when you party naked.

Le perifrasi d'oltreoceano sono un po' come gli adagi che recitava lapidaria e in piena trance mistica mia nonna di fronte a qualsivoglia accadimento. In sintesi sarebbe una sorta di se te la cerchi è del tutto normale che te la trovi. Fuori pioviggina e lasciamo l'ombrello a casa? Non lamentiamoci del temporale mentre imitiamo l'uomo ragno appiccicati ad un muro sotto un balcone. Ci si vanta di una nomea come Mister lo tiro fuori in tempo? Il poppante è in agguato e non serve imprecare al primo vagito.
In altre parole, la merda capita quando vai alle feste nudo. Nulla di più vero. Una sorta di nostrano se sputi in cielo preparati a bagnarti di saliva il viso, o giù di lì.
E' per lo più la stessa cosa con il social network e tra gente che non vuole assolutamente usarlo, gente che ne è letteralmente drogata al punto da scriverci anche il numero di metastasi del nonno morente, gente che non lo usa ma sotto sotto la notte è sempre lì a spulciare le foto di una ex, facebook è la sintesi di quanto ci circonda adesso, dal concerto rock di provincia al fattaccio di cronaca, dal giochino in cui rincorrere una lontra col mouse al gruppo di sostegno per l'uomo d'affari depresso.
Il mondo virtuale sta avendo la meglio sulla realtà. Se da una parte un carabiniere sbrocca con la figlia per via di facebook e ammazza prima lei e poi si suicida, dall'altra qualcuno eliminerà un contatto dalla lista dei propri amici, convinto di poterlo cancellare così dall'esistenza. Elimina l'amico e un fulmine lo colpirà in pieno, questo il mantra. E mentre un marito ammazza la moglie solo per il suo essersi definita single sul social network (c'erano tempi in cui bastava urlare un puttanazza con occhi di bragia tra amici e parenti), uomini e donne correranno ad aggiornare il proprio status sentimentale non appena una relazione finisce; dio non voglia che non si sappia immediatamente di essere già su piazza disponibili e riciclabili. La verità è che l'amore e i rapporti ai tempi del feisbùc son diventati dei grovigli inestricabili, dove basta così poco per mandare tutto in vacca. Eppure, tra autoscatti inutili a braccia tese, foto piacione abbracciati ad una chitarra o alla gigantografia di Jenna Jameson e commenti al vetriolo sui reciproci status non ci si stanca mai di lamentarsene. Le sedicenni spariscono? Colpa di facebook che ha permesso al quarantenne o al ragazzino con ormoni grossi come tacchini di avvicinarle. Il rave party va male e ci scappa il morto? Colpa di facebook che ha fornito le pasticche. Vi fa male la pancia? Colpa di facebook; di chi altri se no? Facebook, il fratello bastardo della musica heavy metal. Che anche quella, si sa, in decadi e decadi di storia ne ha fatti di danni! Ma nulla dalla testa ci toglie che, senza alcuna ragione in particolare e con qualsiasi tipo di connessione, il concetto filostatunitense rimanga: shit happens when you party naked.
Alla nostra morte nessun gruppo alla memoria, solo opere di bene.

Saturday 22 January 2011



Ma sì, siamo tutti fotografi!
Del resto fino a poco tempo fa bastava investire un po' di soldi in una reflex e si era già dei grandi artisti, pronti a riempire blog con gli originalissimi scatti delle scarpe dei nostri amici o di pile scariche trovate per strada.
I più scrupolosi seguivano persino corsi gratuiti organizzati dalla Regione o da chiunque altro, e a quel punto nessuno al mondo poteva più discutere il loro consacrato status di Artisti.
Ma c'è chi, giustamente, ha detto basta alle spese folli, e finalmente si può essere fotografi professionalissimi anche col cellulare! Lo sa bene Lee Morris, che, bontà sua, pubblica video su video per mostrare le più raffinate tecniche, e ci sono fior di smaliziati, come questo qui, che vengono giustamente incensati per la loro Arte innovativa.
Ma a noi di Idiosincrasia Alterata si stringe il cuore a pensare a chi del fotografo ci ha fatto un mestiere: pensateci bene, lettori, volete davvero che per gente come Oliviero Toscani foto come questa diventino autoritratti dovuti alla fame?
À la prochaine,
E.

Friday 21 January 2011

L'Egoista
in
"Internet is for Porn"


Continua!
(suspance!)

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Thursday 20 January 2011


Croce e delizia della mondanità popolare sono le trasmissioni di pseudo denuncia e satira, addobbate da ghirlande di umorismo alla portata di tutti e guarnite con pupazzoni plagio di mascotte d'oltreoceano.
Eppure, tra gallinelle zampettanti e presentatori affetti da cinofilia acuta e dalle dubbie doti umoristiche (Michelle, hai sposato Eros e ci hai procreato pure, c'è molto poco da ridere), forse l'unica figura che salviamo è proprio quella di Maristello Pippozzi, qui sopra negli scanzonati panni del Gabibbo insieme a cinque danzatrici del "Le Plaisir", noto locale di scambisti alle porte di Villa Castelli.
Maristello aveva un futuro radioso che lo attendeva dietro l'angolo, tant'è che, dopo quindici anni di vallettaggio duro e spinoso, passò a condurre un programma di roboanti risate. La sua carriera sarebbe stata sfolgorante se gli autori non gli avessero affiancato una ex pornodiva (Eva, una sola parola: grazie). Tutto ciò ad Agosto. Con le di lei libagioni perfettamente in mostra. E con quarantasette chili di gommapiuma addosso. Mantenere silente un'arrampicabile e marmorea gabibbezza di 16 ci emme dentro quello scafandro di gommapiuma avrebbe fatto impazzire chiunque e condusse per l'appunto il nostro eroe alle soglie della follia; la sua carriera, dopo aver rinchiuso con sé dentro la rossa armatura il cagnolino Willy per creare un diversivo che lo distraesse dagli scompensi sanguigni durelloprodotti, venne stroncata lo scorso settembre insieme alla dipartita del simpatico quadrupede, ormai avvelenato da miasmi mitili misto sterco prodotti dalla scarsa igiene intima dello stesso Maristello.
Ora sembra che Maristello abbia rilevato i diritti per la conduzione di un settimanale di propaganda clericale sponsorizzato e fortemente voluto dalla Santa Sede, dai nipoti di Cesare Ragazzi e dalla redazione tutta di Cronaca Vera.
Noi non possiamo che fargli i nostri migliori auguri per questa nuova avventura.

Wednesday 19 January 2011

L'Egoista
in
"Two beers or not two beers"





(la traduzione scelta è quella di E.Montale)

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Tuesday 18 January 2011


“Colpevole!” sentenziano i giudici, ed al povero Byron Moreno non resta che piegare il capoccione e accettare il verdetto. Del resto nascondere chili e chili di bamba nei calzoni non è la migliore delle idee, ed è con gioia che quindi comunichiamo al nostro caro pacioccone che c'è chi ha pensato ad un bel vaccino contro la cocaina, ché la dipendenza è una vera e propria malattia ed è bene investire danaro per aiutare i ricconi a guarire, a voi poveracci col cancro penseranno poi.
Ma si sa, più si è ricchi, belli e famosi e più si soffre: lo sa bene il giovane Harrison Ford, indignato perchè coi suoi 70 anni potrebbe essere il nuovo protagonista di un teen movie, e invece gli offrono ruoli da anziano, gli incompetenti produttori hollywoodiani. Suggerisco un Le Avventure Del Giovane Indiana Jones, sono sicuro che i truccatori faranno un ottimo lavoro nell'invecchiare l'aspetto dell'imberbe Harrison che sarà così in grado di interpretare l'eroe anche da vecchio.
Infine un plauso alla geniale idea di tale Jamie Salter: come se non bastassero gli attori cani, ora dobbiamo vedere anche i computer recitare di merda. Bravo, eh,
À la prochaine,
E.

Monday 17 January 2011


Sarabanda pt.2 (Ferradini time)

IPSE DIXIT : "Mai pagato per una donna. Ennesimo teorema per eliminarmi. Non ce la faranno"

Senza fiducia un uomo che cos'è
su questo sarai d'accordo con me
Senza fiducia un uomo che cos'è
é questa l'unica legge che c'è

Sunday 16 January 2011

Le ricette di IdiosincrasiAlterata

Cari lettori e lettrici di tutto il globo, apriamo oggi una nuova rubrica culinaria che vi sollazzerà nelle giornate uggiose, quando i meriggi sono interminabili e le gonadi giganteggiano da sotto la cintola. Certo, non riusciremo a competere con i senoni della Clerici ne con la vocina ammaliatrice di Anna Moroni, ma speriamo comunque di darvi ottimi consigli per allietare i vostri ospiti negli interminabili pranzi domenicali.

Polpette alla Dioceneliberi

Prendete un maialino, di quelli teneri e piccoli che ti guardano con occhi dolci e mai tocchereste neanche con un fiore, e datelo da mangiare a un bovino grasso e adulto dagli occhi cisposi. Una volta che la becera bestia avrà digerito il tenero suino, ammazzatelo in maniera barbara e vendicativa, e buttatelo intero nel Bravo Simac. Otterrete così dell’ottimo macinato che andrete a sistemare in una piccola ciotola di terracotta. Aggiungete dunque una manciata sprezzante di prezzemolo, trentasei uova di piccolo taglio, una treccia d’aglio intera e giusto una manciata (altrimenti è troppo pesante) di parmigiano reggiano finto della Lidl. Impastate il tutto a mani nude, imprecando con vigore contro l’altissimo vista la difficoltà dell’operazione (da qui anche il nome del piatto) fino ad ottenere una sbobba omogenea. Dividetela in 4, dando ad ognuna della parti la tipica forma sferica delle polpette e gettatele con sdegno in olio di arachidi bollente. Una volta che le polpette saranno ben dorate, adagiatele su carta pecorina facendo scolare l’olio, scorreggiatevi sopra e servitele ben calde ai commensali.
Buon Appetito!

Saturday 15 January 2011

L'Egoista
in
"Meat-eating orchids forgive no one just yet"

Una storia parecchio vera.



Contest! (non) vincete un fantastico premio!
indovinate la citazione musicale del tytolo e
scrivetela nei commenti!
una regola, il primo vince.
non vale usare google.
(non barate,lo verremmo a sapere)
P.s
Si, lo so che è facile facile ma è per tastare il terreno
per future iniziative simili.


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Love'n'Rockets

Friday 14 January 2011


Ancora tu... non mi sorprende, lo sai?
Ancora tu... ma non dovevamo vederci più?

Thursday 13 January 2011


Ci risiamo.
Non ci si può abbandonare nemmeno per un attimo ad un laconico ma dai che non ne vale la pena, è come sparare sulla crocerossa che te la rifanno sotto al naso. Ma questa volta no. Parafrasando Papa Pio VII innanzi all'Ufficiale napoleonico dalla verga carrubeiforme, Non possiamo Non dobbiamo Non vogliamo rimanere indifferenti di fronte a questo insulto alla pubblica decenza.
Settimane fa, di fronte ad una mammellodotata Arcuri che vaneggiava di strategismo sentimentale (?) riguardo ad una pseudo romanza dattiloscritta dei nostri tempi, avevamo scelto un tacito silenzio, ammaliati forse dalle due lune di Giove, Io e Ganimede. Questa volta tocca al buon Lele Culo Mora esprimersi positivamente su questo, a questo punto, capolavoro che lui stesso definisce il libro più straordinario che abbia mai letto, con buona pace dell'elenco telefonico di Bracciano, suo testo preferito, dove però non è riuscito a proseguire mai oltre l'Avv.Biraghi.
Eppure ad Alfonso Luigi Marra, mezzadro sessantenne di Acquisgrana reinventatosi avvocato, scrittore e parlamentare europeo (siamo in ottime mani, lo abbiamo sempre detto), non bastavano questi due pilastri della cultura internazionale per pubblicizzare la sua epopea estetico moralista. In un impeto di euforia ha contattato anche Giuseppina Fardoni (qui sopra nello splendore dei suoi 47 anni) per pubblicizzare "Il labirinto femminile". Tuttavia la Fardoni, già nota in passato per aver pubblicizzato gomme da masticare e supposte alla glicerina di cui divenne successivamente schiava alternandole alla masticazione delle gomme, non ha gradito la trama del già vendutissimo capolavoro, rivedendo nella storia di Luisa (la trentenne avvocatessa protagonista dedita ai risucchi di nafta dai più disparati serbatoi) episodi della sua travagliata storia d'amore con lo stesso scrittore Marra. Per questo motivo ha deciso di pubblicizzare sì il testo, ma usando il titolo della bozza antecedente la pubblicazione che già, in tempi non sospetti, era stata bocciata dalle case editrici più autorevoli con un epiteto che lei stessa, sorniona e ghignante, tiene bene in vista.
Noi invece non possiamo che essere dalla parte dell'ammore narrato dal Marra, mostrandoci ansiosi di trovare questo libello in qualche mercatino dei libri venduti al chilo o abbandonato in qualche stazione, per poter finalmente appagare la nostra ormai innegabile curiosità.

Wednesday 12 January 2011


Gli animalisti, poveracci, non ce la fanno più.
Muoiono frotte e frotte di volatili ovunque nel mondo, e giustamente la frenesia per l'ennesimo allarme da fine del mondo appare sempre più ovvia, del resto il 2012 è vicinissimo (se poi volete donarmi tutti i vostri averi in vista della fine, che tanto non ve ne fate nulla, chiedete pure il mio numero di PostePay per email, accetto volentierissimo di liberarvi dal superfluo) e gli allarmi non sono mai troppi.
Come se non bastasse, stamane apro il giornale, come mia consuetudine, e trovo una notizia che non può che muovere la mia solidarietà verso i nostri amici pennuti.
Cari, carissimi compari col becco, so che dal paradiso dei volatili potete sentirmi: io sono stato sul punto di fare la vostra stessa fine decine di volte, mi dispiace per la vostra mancanza di allenamento, ma sarà da monito ai vostri compari.
Infine, come colpo di grazia, la notizia che negli States giustiziano i condannati a morte col veleno per topi. A ciascuno il suo, per cortesia.
À la prochaine,
E.

Tuesday 11 January 2011

L'Egoista
in
"Un corpo dolorante reclama il diritto di essere stronzo!"

L'Egoista (non) si scusa personalmente per il
ritardo di oggi e la latitanza della scorsa settimana
MA
era ammalato.
MOLTO ammalato.
Mettiamola così, se recentemente avete avuto ragione o motivo
di mandare l'Egoista a cagare non preoccupatevi.
C'è stato.
Spesso.
E senza Allegria.

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Monday 10 January 2011


Tempi duri signori, tempi duri.
Anche su idiosincrasia si abbatte l'ombra della minaccia, della vessazione psicologica, del velato consiglio antecedente le mazzate. A recapitarci il minaccioso volantino è Giovanbattista Panari, che gagarone campeggia al centro dello stesso, mentre mostra le dimensioni da conca di limone alle quali vorrebbe adeguare i nostri orifizi da babbani incalliti. Noto attivista della falange armata del nucleo paralavorativo anticazzeggio, il Panari ( cinquantadue primavere il prossimo luglio ed ex taccheggiatore di supermercati lidl ) è già noto alle forze dell'ordine per i numerosi pacchi bomba recapitati alla sede delle Edizioni Paoline, per il ripetuto stalking alla Hunziker e ad Iva Zanicchi, nonchè per altri piccoli reati come la pioggia di raudi alla merda sui comizi di Romano Prodi del 1996 e l'istigazione all'accattonaggio a suon di calcagnate nei denti di dieci piccoli nani Oompa Loompa. Ad allungare questa già nutrita lista di marachelle la non remota certezza che possa essere proprio il Panari l'autore delle scritte di stampo squisitamente brigatista apparse contro il povero Marchionne in questi giorni ed il mandante dell'aggressione al giornalista pacioccone Adinolfi, randellato a colpi di casco da otto fatine dei dentini.
Lo vedi caro utente medio cosa succede a parteggiare per gli oppressi? Lo vedi, o indefesso lettore, quello che accade a voler rievocare nella realtà film come Gung Ho in orgogli italici formato fabbrica come la Fiat? Lo vedi, integerrimo follower, cosa succede a voler fare del giornalismo nonostante la propria obesità? In altre parole, lo vedi Larry cosa succede quando cerchi di fottere chi non conosci?
Aspettando nuove missive da parte del Panari, rimaniamo in attesa dei nuovi sviluppi di cronaca che tanto ci sollazzano oggigiorno e rammentiamo con una lagrima quello che, in tempi di polemiche, ci han sempre ripetuto i nostri padri fondatori:

...e pensare che qui, un tempo, era tutta campagna.

E forse era meglio.

Sunday 9 January 2011


Vladimiro Migliotti era l’unico rimasto a Rocca Punzone a credere che la rossa fiamma bolscevica avrebbe liberato il paese dalla tirannia del sindaco ad interim Augusto Pipitoni. Troppe erano state le ingerenze del primo cittadino nella vita economico-culturale di Rocca Punzone: dall’inaugurazione del centro commerciale “Il Cummarazzo” che aveva costretto numerose attività, tra cui la storica macelleria “Sasizzona” di Egisto Polifonico, a chiuder bottega per mancanza di clienti; alla costruzione della casa del popolo “Augusto Minzolini” , dopo aver fatto chiudere inspiegabilmente per presunta inagibilità il vecchio circolo “Gennarino Togliatti”.
Vladimiro era, però, tormentato da un pensiero: i suoi Compagni si erano ormai imborghesiti e preferivano il cachemire all’eschimo, le serate a giocare a Burraco invece che i comizi, il Grande Fratello alle manifestazioni in piazza. Era solo, nessuno avrebbe potuto aiutarlo. Nessuno tranne Maurizio Ferrini.
Maurizio Ferrini era l’astro nascente del Partito Bolscevico e si definiva l’Ultimo Comunista, grazie ai suoi ferrei ideali e alla sua somiglianza a Lenin un po' sornione. Tratto dalla sua biografia autorizzata (che Vladimiro custodiva come una reliquia papale): “Nato da umili origini, il Ferrini aveva studiato nei migliori istituti scolastici della nazione e si era laureato in Scienze dello Scopone Scientifico e Ramino con 110 e lode e abbraccio accademico. Partito per una vacanza di piacere nell’est europeo, aveva fatto ritorno nel Paese profondamente cambiato, non solo nel fisico, viste le numerose malattie veneree contratte, ma soprattutto nello spirito, con nuovi ideali e col desiderio di mettersi a disposizione dello Stato per cambiarlo in meglio. E’ così che era iniziata la sua leggenda.”
Vladimiro era convinto che se avesse portato il Ferrini nel suo paese ad arringare con il suo eloquio i compagni, avrebbe fatto rinascere in loro la fiamma che già ardeva dentro di lui. E’ così che iniziò il lungo viaggio di Vladimiro verso la Capitale. E’ così che Vladimiro cambiò la storia di Rocca Punzone.
(fine prima parte)

Friday 7 January 2011



È inutile nasconderlo: dopo essere stati insigniti del Sunshine Awards 2011 siamo dei VIP.
È per questo che i personaggi più in vista dello showbiz fanno a gara a contattarci affinchè li citiamo nei nostri articoli al vetriolo, ché una pubblicita negativa, si sa, è pur sempre una pubblicità.
Ma noi non ci pieghiamo a questi giochi abbietti, e scegliamo invece il sincero omaggio inviatoci dalla band di Luciano, Felice, Rodomonte e Micheluzzo, fratelli del ben più noto Robert De Niro(che dopo aver pianto alla conferenza stampa di presentazione di Manuale D'Amore 3 ed esser stato nominato Presidente della giuria al Festival di Cannes, è consapevole che più in basso di così non può proprio cadere).
Ma passiamo in rassegna i nostri nuovi eroi.
Luciano, 23 anni portati con disinvoltura, è il talentuoso cantante solista dell'orchestrina: è per lui che palpitano i cuori delle ragazzine, e la sua fronte alta tradisce l'elevatissimo q.i. di 64.
Dietro di lui si pavoneggia sornione il rubicondo batterista Felice, 25 anni, che, a dispetto del nome e dell'aspetto, è il più disgraziato dei quattro: noto collezionista di malattie veneree (ne possiede ben sessantaquattro), il suo nome non è nuovo alle Forze dell'Ordine, in quanto è solito trovarsi per purissimo caso nei luoghi dei più sordidi crimini, dal massacro di San Valentino agli omicidi del mostro di Firenze. Gli inquirenti lo torchiano e torturano fisicamente e psicologicamente cinque giorni alla settimana.
Rodomonte, 17 anni, è il virtuoso chitarrista. Si narra che i suoi assoli attirino gli animali (maschi) di ogni specie e razza, tant'è che nella foto il suo volto è chiaramente infastidito dal bassotto tedesco a pelo duro Gunther, che gli sta montando la gamba con foga, scena che è stata opportunamente rimossa ritagliando parte della cartolina, come potete notare.
Infine il bassista Micheluzzo, 13 anni, vero enfante prodige della musica moderna: come è facile capire, il do bassissimo che produce non è emesso dalla sua soave boccuccia, ma, novello Pujol, dal culo: il nostro è solito piazzarsi un microfono in corrispondenza dello sfintere anche dal vivo, in modo da produrre un effetto double-bass suonando il suo strumento e ripetendo le note analmente.
Lode quindi ai De Niro Brothers, sono certo che sentiremo presto parlare di loro!
À la prochaine,
E.

Thursday 6 January 2011


Godiamo degli ultimi sprazzi di festività con la gaiezza nel cuor.
Da domani, tra presunte crisi, gossip della politica e uterine indecenze, sarà il solito merdaio.
E ci penseremo noi a ricordarvelo.

Wednesday 5 January 2011


Quando Onan sposò sua cognata Tamarinda, per leggi presocratico-benedettine dettate dal Dio in persona il primogenito non sarebbe stato suo di diritto, bensì del suo defunto fratello Er Braciola, travolto e soffocato sempre per divino volere dalle deiezioni volanti di uno stormo di diciottomila (anche meno) piccioni incazzati. Ad Onan questa postilla legislativa, dopo essersi caricato sul groppone quella rompicoglioni della cognata, fece roteare los cojones in maniera così vorticosa che decise di inventare la sacra tecnica del salto del quaglione pur di non avere figli. Tale esercizio di stile, insegnatato subito da Onan a tutta la stirpe di Okuto, non fu visto di buon occhio da Dio, che decise di vendicarsi del malcapitato facendolo non solo morire per un attacco di colite acuta, ma associando il suo nome alla filosofia avanguardista della segaiolerìa come ultimo insulto.
Di fronte a questa storia così straziante e commovente persino il nostro fidato Clotildo De Bernardis (43 anni, ex Caramellaro di Meldola e di cui i più ricorderanno le famosissime shokobananen) non poteva rimanere indifferente. Così un bel mattino di febbraio, rimasto a secco di materiale pornografico decente per poter espletare la quotidiana operazione manuale di fugatio dolorum, promise urlando nudo da un balcone che più nessuno avrebbe dovuto patire il suo stesso imbarazzo nello sprecare in modo così ignobile un mattutino e marmoreo durello. Tre mesi (di galera) dopo nasceva, tra applausi festanti e adolescenziali benedizioni, la piattaforma più amata dall'internauta medio; così amata che persino il frizzante duo Pupo-PrincipinoFiliberto, con l'aiuto della Philarmonc Orchestra, non è riuscito a fare a meno di incidere un altro brano (di merda) dal titolo Concerto di Segovia a quattro mani, che speriamo comunque di ascoltare al prossimo infanticidio della canzone italiana.
Qui sopra, in una datata rielaborazione pubblicitaria promozionale, l'ormai multimiliardario dal polso d'acciaio Clotildo, che sorridente e fiero mostra il suo primo caricamento online.

Tuesday 4 January 2011

L'Egoista
in
"Every day the same dream"



NOVITA'!

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Monday 3 January 2011



Ah, cuore di mamma.
A cosa serve una montagna di soldi se poi c'è quel tarlo lì che rode e rode, consuma e consuma?
Sì, cari amici, gli ultimi giorni sono stati logoranti, per gli amanti del gossip, e le lacrime hanno rigato le nostre guance, pur ispide di barba maschia e dura come carta vetrata.
Il pensiero ovviamente corre a Cristiano Ronaldo ed al suo bimbo, pagato fior di sterline solo per vedere la sua mamma tornare alla carica, ché, si sa, al cuor non si comanda e la questione ci sembrava immorale fin dal primo istante.
Così come immorali sono i birboni che hanno piazzato le cimici nello studio e nella casa di Umberto Bossi: del resto si sa, decifrare farfugliamenti non è mica facile, e mi parrebbe doveroso, quindi, andare contro il pensiero comune ed ergere un monumento a questi novelli imprenditori che puntano a creare nuovi posti di lavoro (traduttore di Bossi. Dovrei pensarci seriamente, diamine).
Una nota d'onore, infine, per l'ineffabile Giovanni Conversano, famosissimo (sic) tronista: la prossima volta che vuoi apparire su dei manifesti in memoria di qualcuno, facci il piacere di morire, prima.
À la prochaine,
E.

Sunday 2 January 2011


Finalmente è finita. No, non parlo degli interminabili pranzi natalizi, o della notte di Capodanno con i suoi raudi e miccette fino alle sei di mattina. Né di Anna Falchi che lascia il suo Danny Montesi per il nipote di Vespa, o di Barbara D’Urso investita da un camion (in tal caso avrei esultato).

Io sono qui per celebrare la fine della tortura per le mie orecchie da parte di una canzone che ci ammorba ogni anno da almeno vent’anni in ogni casa o negozio in cui ci rechiamo, dal primo di dicembre al primo di gennaio. Canzone riconoscibilissima dall’intro con le campane e dalla voce calda e sbarazzina di quell’aborto di donna (nella foto, colta da un attacco di diarrea) con i seni così separati e flosci da finire sotto le ascelle e che nonostante questo si spara pose da sex symbol. Canzone che recita queste originalissime parole (tradotte): “Tutto quello che voglio per Nataleeeee sei tuuuuu, piccoloooooo”. Canzone che mia madre mette a ripetizione nello stereo da quando ho otto anni ogni mattina, per farmi sentire “ l’atmosfera natalizia”. Va bene un giorno o due. Ma al terzo, soprattutto se questo coincide con la sera che ho dipinto le pareti della mia città di bile e alcool, proprio no! Quindi figuriamoci se la cosa va avanti per un mese.

Fuggirle è impossibile: è ovunque.

Auguro quindi alla maledetta autrice di questo scempio, che una bestia di dimensioni chtuliane espleti i suoi mastodontici bisogni nella di lei cavità orale, cosicché le sue corde vocali siano compromesse per sempre. In alternativa almeno una jam-session interminabile in una stanza insonorizzata con Giuliano Sangiorgi. O del Bunga Bunga con Sandro Bondi.

In attesa che le mie preghiere siano esaudite, buon anno in ritardo a tutti.


Saturday 1 January 2011


All is quiet on New Year's Day...

Pigolava questo Bono quasi trentanni fa con gran gioia del titano Solidarność; poi dopo quattro o cinque lampionate in pieno viso ha iniziato ad atomizzare le gonadi di mezzo mondo con la sua filantropia (costo medio del biglietto dell'ultimo tour degli U2: 160 vitruviani a braccia aperte e culo nudo).
Sapete cosa? Voglio farlo anche io il filantropo.
Ma oggi nessuna polemica. Oggi il bel paese tira un bel respiro e digerisce polpettoni speziati, mastodontici cannoli bile e ricotta e dita saltate in aria caramellate. Domani annasperà di nuovo nella democrazia dei Battisti, dell'immondizia da spostare, delle ragazzine da cercare e delle calorie da smaltire.
Con buona pace del fritto e degli auguri di Serenello Garibaldi (qui sopra immortalato mentre pubblicizza la nostra prossima linea di profumi), qualcuno ci porti un secchio di amaro.